L’esplorazione della biodiversità marina e delle specie animali e vegetali dalle potenziali proprietà terapeutiche tra gli obiettivi strategici di Horizon 2020, sono al centro delle ricerche di due strutture del Cnr: l’Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa) di Lecce e l’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) di Avellino. Le specie individuate, vivendo in ambienti ostili a temperature estreme e in condizioni di pressione e salinità variabile, hanno sviluppato complessi e diversificati meccanismi biologici che le rendono interessanti per l’identificazione di molecole bioattive: a oggi ne sono state identificate altre 10.000, ma quelle non ancora scoperte sono molte di più.
Antonella Leone dell’Ispa-Cnr, coordinatrice di uno studio innovativo sulle proprietà antitumorali di estratti di medusa ‘Cotylorhiza tuberculata’ del Mar Mediterraneo, con il suo lavoro ha dimostrato che un estratto totale della medusa ha capacità antiossidante ed è in grado di bloccare la proliferazione di cellule del carcinoma mammario. “Questi risultati confermano il potenziale antitumorale di campioni di origine marina, che da uno screening del National Cancer Institute è risultato pari all’1% contro lo 0,1% dei campioni terrestri”, afferma la ricercatrice. Ma le proprietà benefiche delle ‘detestate’ meduse che popolano i mari del Salento non finiscono qui: il gruppo di ricerca leccese ha individuato in altre due specie, ‘Aurelia aurita’ e ‘Rhizostoma’, una discreta fonte proteica, soprattutto collagene che studi precedenti hanno dimostrato agisce come anti infiammatorio e anti ipertensivo.
Nello stesso filone si inserisce anche il recente studio di Gian Luigi Russo e Maria Russo dell’Isa-Cnr, svolto in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. Questa volta i segreti sono racchiusi nel riccio di mare, le cui uova contengono in gran quantità ovotiolo. “Questa molecola protegge gli embrioni del riccio dall’azione negativa dei radicali liberi che si formano all’atto della fecondazione, ma quando viene estratta dal riccio e messa a contatto con cellule di carcinoma epatico ne inibisce la proliferazione e ne induce la morte attraverso il processo noto come autofagia”, spiegano i ricercatori dell’Isa-Cnr.
I risultati promettenti raggiunti non devono però far sottovalutare i rischi ambientali associati allo sviluppo di queste ricerche: per preservare l’ambiente e la biodiversità marina le tecniche di coltura ed estrazione vanno ottimizzate e rese sostenibili. Vanno in questa direzione le nuove metodologie per isolare i composti di interesse da specie vegetali che, consentono di ottenere grandi quantità di biomolecole senza impoverire l’ecosistema marino. Inoltre, un approccio multidisciplinare, in cui convergono conoscenze in ambito ecologico, biotecnologico, analitico e molecolare, sarà fondamentale per lo studio della biodiversità marina e per la valorizzazione dei suoi potenziali riscontri applicativi.
Nicoletta Guaragnella
Fonte: Antonella Leone, Istituto di scienze delle produzioni alimentari, Lecce, tel. 0832/422615 , email antonella.leone@ispa.cnr.it – Gian Luigi Russo, Istituto di scienza dell’alimentazione, Avellino , email glrusso@isa.cnr.it –
da Almanacco della Scienza C.N.R. Link: http://www.almanacco.cnr.it/reader/cw_usr_view_articolo.html?id_articolo=6355&giornale=6310