PNRR – Missione 4: Istruzione e Ricerca – Componente 2: Dalla Ricerca all’Impresa – Investimento 1.1: Fondo per il Programma Nazionale di Ricerca e Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) https://www.mur.gov.it/it
Obiettivi e contenuti
L’associazione tra assunzione di grano e “disturbi correlati al grano” è nota da tempo, con patologie come la celiachia (CD) e l’allergia al grano (WA). Di recente è stata identificata una nuova condizione non allergica e non autoimmune: la sensibilità al grano non celiaca (SGNC). Questa è caratterizzata da sintomi sia gastrointestinali, molto simili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) (ad es. dolore addominale, diarrea, ecc.), sia extra-intestinali (ad es. stanchezza, emicrania, ecc.), che migliorano con una dieta priva di grano. I tassi di prevalenza della SGNC variano dallo 0,6% al 13% nella popolazione generale e, data la mancanza di un biomarcatore, la sua diagnosi si basa su: 1) esclusione di CD e WA; 2) regressione dei sintomi seguendo una dieta priva di grano; 3) recidiva dei sintomi in un challenge in doppio cieco controllato con grano o placebo. Studi precedenti fatti dal nostro gruppo di ricerca, hanno mostrato che le specie di grano monococco a genoma diploide (come Triticum monococcum (TM)), rispetto a quelle più comuni di grano tenero a genoma esaploide (come Triticum aestivum (TA)) e di grano duro a genoma tetraploide (come Triticum durum (TD)), pur essendo tossici per i pazienti CD, potrebbero possedere un potenziale immunogenico inferiore nei pazienti con SGNC.
In questo progetto ci proponiamo, attraverso l’analisi di campioni collezionati nell’ambito di un trial clinico effettuato su soggetti con una diagnosi di SGNC, di valutare se il grano monococco, rispetto al grano esaploide, induce una diversa risposta nei pazienti, valutata in termini sintomatologici e di marcatori sierologici (di infiammazione, permeabilità intestinale e sensibilità viscerale).
Il progetto vede una collaborazione tra ISA-CNR e Università di Palermo. In questo progetto, soggetti con diagnosi di SGNC a dieta senza grano, verranno sottoposti a challenge con pasti contenenti grano TA oppure grano TM per 7 giorni. Campioni di sangue saranno collezionati a tre tempi: T0, prima di aver ingerito grano; T7 dopo 7 giorni di dieta con il grano tipo 1; T21, dopo ulteriori 7 giorni di dieta senza glutine seguiti da 7 giorni di dieta con il grano tipo 2.
Alla base dello studio proposto c’è l’ipotesi che un approccio dietetico basato sull’uso di un grano diploide (TM), con proteine della gliadina con una migliore digeribilità, potrebbe migliorare i sintomi e la qualità della vita (QoL) dei pazienti con SGNC. La sperimentazione effettuata, inoltre, fornirà informazioni su potenziali biomarcatori, indotti nel siero dei pazienti dal consumo di un pasto a base di grano, che potrebbero essere dei candidati per la diagnosi della SGNC
Responsabile scientifico
Giuseppe MAZZARELLA
Gruppo di ricerca ISA
Giuseppe MAZZARELLA, Alessandra CAMARCA, Francesco MAURANO
Collaborazioni
Università degli Studi di Palermo
Prodotti scientifici in evidenza
In progress
Durata
Avvio: 30/11/2023 | Conclusione: 29/11/2025
Importo
Codice Progetto
P2022Z9RZY
Settore ERC
LS7
Referenti amministrativi
Sig. Filomeno CANONICO, Dott. Luigi CIPRIANO