Mungitura:
E' manuale ed eseguita una volta al giorno, al mattino, in
secchi di alluminio.
Conservazione del
latte alla
stalla: il
latte viene travasato in bidoni di diverso tipo e capacita'
e conservato a temperatura ambiente per 1-3 ore nella
"masseria" (locale di trasformazione e di ricovero dei
pastori - casari ) fino al momento della
trasformazione.
Trasporto del
latte: non e'
effettuato, in quanto e' lo stesso allevatore che trasforma
il latte.
Trasformazione:
il tradizionale caglio di capretto non sempre reperibile e'
sostituito con quello industriale in pasta con titolo 1:8000
circa. Per la preparazione del caglio artigianale, i
caglioni di capretto sono lasciati ad asciugare per 10-15
giorni, quindi sono forati, riempiti di latte ed essiccati
per altri 20 giorni circa. Successivamente sono triturati e
salati e la pasta cosi ' ottenuta viene conservata in
vasetti. Non e' utilizzato un vero e proprio sieroinnesto,
ma nel "tinaccio" di caseificazione viene lasciato, durante
la notte, il siero residuo della lavorazione precedente . Al
mattino successivo si allontana il siero che verra'
utilizzato per la produzione della Manteca, lasciando le
pareti del "tinaccio" di legno bagnate ed intrise di siero
acidificato che costituira' una sorta di sieroinnesto
naturale.
Lavorazione in
caldaia: il
latte e' filtrato con setaccio metallico, su cui e' posto un
panno a trama fine (seta), nel "tinaccio" di legno (una
volta di faggio) della capacita' di 300 l, in cui avviene la
coagulazione. Circa un terzo del latte e' previamente
riscaldato, a 70° C circa con fuoco a legna, in caldaia di
rame stagnato con grossi manici ("caccavo") della capacita'
di 50-100 l. Il latte cosi' trattato viene addizionato alla
restante massa presente nel "tinaccio" onde raggiungere la
temperatura finale di 36-30° C, valutata empiricamente dal
casaro. Sono quindi aggiunti 40g di caglio in pasta per
quintale di latte con un tempo globale di coagulazione e
rassodamento di 40 minuti. Il coagulo e' rotto, mediante tre
successive rotture, con spino fino alle dimensioni di chicco
di mais in un tempo complessivo di 30-35 minuti. La cagliata
e' quindi lasciata maturare per 50 minuti circa a
temperatura ambiente ed in seguito si ricopre con il siero,
riscaldato nel "caccavo" a 80° C. In tali condizioni la
pasta, inizialmente alla temperatura di 70°C, matura in
circa tre ore con un raffreddamento finale a 40°C. Vengono
quindi eseguite prove di filatura prelevando piccole
porzioni di pasta e filandole con siero caldo in un
recipiente emisferico di legno di olmo ("coccio") della
capacita' di 2-3 l. Quando la pasta raggiunge il grado di
elasticita' desiderato (valutato empiricamente
sottoponendola a tensione), e' estratta dal "tinaccio". Il
tempo totale di lavorazione in caldaia e' di circa 2 ore
escluso quello di sosta sotto siero.
Trattamento della
cagliata
estratta: la
cagliata, estratta manualmente, e' posta ad asciugare per
10-15 minuti su un tavolo di legno ("tompagno") situato
nello stesso locale di trasformazione. A questo punto la
pasta si presenta di colore giallo paglierino e consistenza
gommosa. In seguito viene tagliata con coltello dapprima in
grosse fette e poi in fette sottili.
Filatura:
la filatura e' effettuata manualmente in un recipiente basso
a largo di legno mediante aggiunta di "acqua bianca"
(soluzione acquosa al 20% di siero acido proveniente dalla
lavorazione del giorno precedente ) preventivamente
riscaldata a 85° C. Segue la formatura manuale su circa 2.5
kg. di pasta alla quale viene conferita inizialmente una
forma semisferica e quindi la caratteristica forma a pera
con testina. Le forme sono infine immerse in acqua fredda
(10-15°C) per 1-2 ore, per favorirne il
rassodamento.
Salatura:
e' impiegata salamoia al 20-22% e 15-16° C. La durata della
salatura e' di circa 60 ore.
Stagionatura:
i Caciocavalli, legati in coppia con corda di rafia, sono
appesi ad asciugare nello stesso ambiente di caseificazione
per 2-4 giorni. La stagionatura la forme sono sottoposte a
pulitura superficiale delle muffe mediante un
panno.

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