Il terremoto del 1930 e il caso della casette asismiche
Libro-dossier di due ricercatori del Cnr
91 anni dal terremoto in Irpinia: un libro ricorda le casette asismiche
Il 23 luglio 2021 ricorre il novantunesimo anniversario del terremoto irpino del 1930: fu un evento gravissimo, con 1404 morti, oltre 4600 feriti e circa 100.000 senzatetto. Ariano Irpino, Lacedonia, Villanova del Battista, Scampitella, Trevico ed Aquilonia, tutti compresi nella provincia di Avellino, furono i paesi più colpiti: il numero dei crolli delle abitazioni fu impressionante accompagnato e aggravato anche da un diffuso dissesto idrogeologico; inoltre il terremoto innescò numerosi effetti nell’ambiente naturale, sia primari – quali fagliazioni superficiali – sia secondari, quali fratture, fenomeni franosi, variazioni idrologiche etc. Per far fronte al disastro, il governo dell’epoca dispose dapprima l’utilizzo di alloggi temporanei in tenda, in attesa della costruzione di ricoveri stabili o Casette asismiche, che furono costruite e consegnate, almeno una prima parte, dopo pochi mesi dal terremoto.
Oggi, a distanza di oltre novant’anni da quell’evento sismico, i ricercatori Efisio Spiga e Sabina Porfido (Cnr-Isa) si sono interrogati su cosa è rimasto di tutto questo e se il processo di ricostruzione è stato completato o meno. Il risultato della loro indagine è racchiusa nel libro “Via casette asismiche” (Edizione BLURB: https://it.blurb.com/b/10027049-via-casette-asismiche): un centinaio di foto originali che rappresentano una testimonianza vibrante di ciò che è stato e forse resterà ancora per poco tempo in alcuni piccoli centri dell’alta Irpinia, permettendo di comprendere l’approccio adottato nella ricostruzione post-terremoto, l’impatto sullo sviluppo sociale, economico e urbano di questi piccoli paesi dell’entroterra nel corso dell’ultimo secolo, e costituendo anche una memoria storica per le generazioni future.
Completa il volume un’ampia e documentata introduzione curata da Fabrizio T. Gizzi, ricercatore del Cnr-Ispc.