Mungitura:
viene eseguita due volte al giorno manualmente o
meccanicamente in base alle dimensioni dell'allevamento. La
mungitura e' proceduta dal lavaggio con acqua tiepida ed
asciugatura delle mammelle con carta
assorbente.
Conservazione del
latte alla
stalla: il
latte, filtrato con colino, con telo a trama fitta o pulito
con pulitrice centrifuga, viene trasferito in bidoni da 50 l
di materiali diversi ( alluminio o plastica ) e posto in un
locale fresco. In molti casi la conservazione del latte
della munta serale avviene in serbatoi refrigeranti a
4°C fino al momento della raccolta quando vengono
miscelati i latti delle due munte. Nel caso in cui sia
eseguita la doppia raccolta, il latte permane alla stalla
per un tempo massimo di 1 - 2 ore.
Trasporto del
latte: e'
realizzato negli stessi bidoni di raccolta o in serbatoi
coibentati; in alcune zone il trasporto e' a carico dello
stesso caseificio, in altre degli allevatori.
Stoccaggio e
conservazione della materia
prima: il
latte e' refrigerato a 4°C in serbatoi di acciaio
inossidabile.
Trattamento della
materia prima:
se e' previsto un periodo di conservazione superiore a due
giorni, il latte e' raramente termizzato a 65 - 70°C
per 15 secondi.
Trasformazione:
diversi
caseifici non usano il sieroinnesto, altri invece lo
reputano indispensabile per la riuscita del formaggio; se
usato, e' del tipo naturale, prodotto in caseificio
lasciando acidificare spontaneamente tutta la notte il siero
della lavorazione del giorno precedentemente (
40°SH/100 ml ). Alcuni produttori utilizzano fermenti
lattici liofilizzati che variano da azienda ad azienda. Il
caglio utilizzato e' liquido di vitello con titolo di
1:13000 circa.
Lavorazione in
caldaia: se
previsto, al latte previamente filtrato o depurato con
pulitrice centrifuga, e' addizionato sieroinnesto, in
quantita' variabile dal 2 al 4% a seconda della stagione e
della acidita' del latte, oppure fermenti selezionati. La
lavorazione, di solito, avviene in polivalenti dalla
capacita' di 25 q oppure in caldaie con intercapedine di
6-10 q;la temperatura di coagulazione e' in media intorno ai
32 - 33°C ( 28 - 29°C per acidita' piu' elevate e
nel periodo estivo, 33-34°C negli altri casi) La
quantita' di caglio e' di 15 - 30 ml per quintale di latte.
La coagulazione, fortemente influenzata dall' acidita' del
latte, avviene mediamente in 30 - 40 minuti fino ad un
massimo di 60 minuti. Dopo un rassodamento del coagulo di 15
- 20 minuti, segue la rottura ( meccanica nei caseifici piu'
grandi), che e' effettuata lentamente, fino ad ottenere
grani a dimensione di noce. La rottura manuale, operata con
spini metallici o con mestoloni di legno, e' condotta in due
fasi: una prima a " croce " seguita da una breve sosta di 5
- 10 minuti ed una seconda piu' energica fino a grani della
grandezza desiderata. La cagliata e' lasciata a riposo per
30 minuti durante i quali viene prelevato il siero destinato
all'innesto del giorno successivo ed impedendo, mediante
immissione indiretta di acqua calda, che la temperatura
della massa scenda al di sotto di 30°C. Il tempo totale
di lavorazione in caldaia e' di 100 - 125
minuti.
Trattamento della
cagliata
estratta: una
volta ottenuta la sedimentazione del coagulo, si procede ad
allontanare parte del siero lasciandone, pero', una
quantita' sufficiente a ricoprire la cagliata. In alcuni
caseifici la maturazione avviene esclusivamente sotto siero
per 3 - 4 ore, in altri la cagliata, estratta meccanicamente
dalla caldaia, e' disposta su tavoli di acciaio
inossidabile, tagliata in grossi pezzi e poi riposta in
apposite bacinelle a maturare per 10 - 12 ore a 20 -
25°C.
Filatura:
sono previamente eseguite prove di filatura per stabilire il
giusto grado di maturazione della pasta ponendo una fetta di
questa in acqua bollente e verificando e verificando se la
pasta comincia a filare e se i fili hanno " corda " (
resistenza ). Per stabilire il giusto grado di maturazione
della pasta occorre una buona esperienza da parte del casaro
in quanto l'anticipo della filatura comporterebbe l'uso di
un'elevata quantita' di acqua bollente impoverendo la pasta
di grasso e ottenendo un prodotto duro e compatto con
diminuzione della resa. Un ritardo invece comporta la rapida
filatura della pasta ma con " fili " senza " corda " e
perdita di grasso nell'acqua di filatura: in quest'ultimo
caso la Mozzarella si presenta nodosa con sapore spesso
sgradevole ( di vacca ) e con perdita di resa. La pasta,
tagliata in fette sottili con tritacagliata, viene filata in
acqua bollente ( 85 - 90°C ) con filatrici continue e
modellata, con formatrici a rullo, a forma sferoidale della
pezzatura desiderata. Nei caseifici in cui e' adottata una
tecnologia tradizionale, la filatura avviene manualmente con
l'ausilio di due bastoni di legno in recipienti di legno
bassi e larghi da 6 - 7 q nei quali la pasta e' filata con
acqua a 85 - 90°C. Al fine di mantenere costante la
temperatura di filatura, durante tale operazione una parte
di acqua e' allontanata e sostituita con nuova acqua calda.
Verso la fine dell'operazione viene aggiunta, nel recipiente
di filatura, acqua fredda e si iniziano a staccare
manualmente i pezzi di pasta filata ai quali sara' conferita
la forma sferoidale oppure a treccia o nodo. L'acqua residua
costituisce la cosidetta " acqua bianca " che asporta dalla
pasta della Mozzarella buona parte dell' acidita', nonche'
grasso e proteine. Il prodotto viene successivamente immerso
in acqua a 10°C circa per circa 15 - 30 minuti onde
provocarne il rassodamento.
Salatura:
e' effettuata per immersione in salamoia al 10 - 15% a 10 -
15°C e per 5 - 10 in funzione della pezzatura. In
taluni caseifici la salatura avviene per addizione di sale
alla pasta durante la filatura.
Confezionamento:
i grossi
caseifici confezionano il prodotto meccanicamente in buste
di carta pergamenata plastificata lasciando la Mozzarella
immersa in acqua come liquido di governo. Il prodotto
destinato al mercato locale viene confezionato al momento
della vendita in buste di plastica con acqua.

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